Votes taken by MrBungle82

Chiarisco: niente di eccezionale chiaramente rispetto al loro standard e ai loro pezzi migliori, ma è sicuramente un buon pezzo e la linea vocale di Patton spacca i culi.

Il forum è morto, ma non si può non aprire un topic sul primo album dei FNM dopo 17 anni.

Da oggi è possibile ascoltare il primo singolo, "Motherfucker", a QUESTO LINK

Niente di eccezionale, ma io una certa emozione l'ho provata.

Nel concerto di Hyde Park hanno suonato due nuovi pezzi (sono anche stati filmati e li trovate sulla pagina facebook Faithnomoreblog, anche se la qualità non è il massimo) quindi a questo punto direi che il nuovo album è praticamente sicuro.

Io un po' di perplessità le ho, ma tanto ormai credere in una ripresa dei Fantômas (rispetto alla quale prima vedevo un impedimento nei FNM) mi sembra una chimera, quindi a sto punto è meglio sperare che Mike torni a fare qualcosa di buono con Gould e compagnia.

Direi imprescindibili.
Secondo me "Spiderland" è a tutti gli effetti una pietra miliare. Ascoltato oggi può non sembrare rivoluzionario, ma nel 1991 lo era. Tutto il post venuto dopo deve qualcosa a questa band.
Recentemente è uscito un box davvero figo, ma troppo costoso... Mi accontento della mia copia in vinile di "Spiderland"

Quest'anno tornano in Italia, ma per ora hanno annunciato una sola data il primo giugno al Bloom di Mezzago.

Invidia!

Comunque disco bellissimo e divertentissimo, sicuramente quello che sto ascoltando di più in questo periodo.

La stima che ho per Les Claypool è incalcolabile, qualsiasi cosa faccia, la fa non bene, di più! (anche il suo libro mi è piaciuto moltissimo).

Ieri riascoltavo la colonna sonora di "Crank: High Voltage" e mi sono convinto una volta di più che sia il miglior lavoro partorito da Patton negli ultimi anni.
Spero che questo "The Vatican Tapes" lo porti a partorire un altro lavoro di quel livello.

LOL
Patton e Dunn metallari a 16 anni!

Qualcosa ti ho già detto di là, ma io sono sicuro che non potrai mai abbandonare i forum.
Dico questo perché almeno per me è così: ormai navigare su internet è diventato, da tempo, un'attività quotidiana, non passa giorno in cui non io non trovi 5 minuti per sbirciare e-mail, Facebook e forum.
Per quanto riguarda i forum (scrivo qui e su R&D) ci sono dei periodi in cui proprio non ho voglia di postare, né di mettermi a leggere tutto ciò che di nuovo viene postato, quindi carico l'elenco delle discussioni attive e clicco solo sulle discussioni che realmente mi interessano dandogli una sbirciata veloce.
Poi invece ci sono i periodi in cui hai voglia di discutere e magari trovi il tempo anche di scrivere pipponi infiniti, però, ecco, se comunque navigare sul web è, come credo sia anche per te, un'attività quotidiana, non vedo il motivo per cui tagliare drasticamente (che poi nel tuo caso non mi pare che tu abbia detto di volerlo fare, ho solo spostato un po' più sul generale il discorso) i contatti con piattaforme virtuali dove hai conosciuto molte persone non solo virtualmente ma anche realmente, e dove si parla di argomenti che ti interessano.
Poi è chiaro e normale, ripeto, che in alcuni periodi che possono essere più o meno lunghi, ci sia più o meno voglia (e tempo) di partecipare.

Sul cambio dei gusti musicali, è stato detto anche su R&D: secondo me nei primi anni di scoperta del vasto mondo della musica si è portati ad essere ampiamente onnivori ed ascoltare di tutto, dopo un po' invece, con l'avanzamento dell'età anagrafica e degli anni di ascoltatore serio e seriale di musica, si tende a concentrarsi su un numero più piccolo di artisti.
I Tomahawk comunque hanno fatto lo stesso effetto anche a me, non solo in relazione all'ultimo album, ma anche se ripenso ai primi due dischi e al coinvolgimento con cui li ascoltavo qualche anno fa.

Io su disco li ho ascoltati pochissimo, ma lo scorso anno a Roma hanno fatto un concerto indimenticabile (tra l'altro era l'ultima data del tour).
Rabe, se non li hai mai visti valli a vedere, fottitene se l'ultimo disco fa cagare

BERSERK! - s/t


Anno: 2013 Etichetta: RareNoiseRecords


La RareNoiseRecords, fondata nel 2008 da Eraldo Bernocchi e Giacomo Bruzzo, si è contraddistinta fin dalla nascita per l'attenzione a sonorità sperimentali di qualsiasi natura e rappresenta una sorta di piattaforma che mira ad incentivare l'incontro e la collaborazione tra musicisti per far sì che possano lavorare in totale libertà e dar vita a progetti di ogni tipo, sviscerando i suoni in ogni aspetto.
E' su questo solco che si concretizza la collaborazione tra il bassista e compositore Lorenzo Feliciati (già presente su RNR con un album da solista e con i Naked Truth) e il cantante e polistrumentista Lorenzo Esposito Fornasari (anche lui già presente nel catalogo RNR con gli Obake e in altri progetti di Bernocchi, come Ashes e Somma), che insieme ad alcuni ospiti di prestigio come il chitarrista norvegese Eivind Aarset, il trombonista italiano Gianluca Petrella, il sassofonista Sandro Satta, i pianisti Fabrizio Puglisi e Jamie Saft (appartenente alla scuderia Tzadik) ed i batteristi Pat Mastelotto, Cristiano Calcagnile e Simone Cavina, hanno dato vita a questo interessante progetto.
Difficile classificare sotto un'etichetta di uso comune il progetto "Berserk!". E' rock? E' jazz? E' ambient? E' una colonna sonora? Forse un po' di tutto questo, e non solo.
Berserk! è un viaggio oscuro, disegnato dalle suggestive linee di basso di Feliciati e dalle molteplici forme vocali dell'eclettico Fornasari, perfettamente coadiuvati ora dal suadente trombone ricco di particolari effetti sempre giustamente dosati di Gianluca Petrella, ora dal drumming - a volte delicato, a volte ossessivo e potente - di Mastellotto e compagni percussivi, ora dalle sapienti mani di Saft alle tastiere (quasi "fluide" di Zawinul-iana memoria) e di Puglisi al piano.
Il disco sfugge pertanto a catalogazioni stringenti, ma riferimenti musicali con un qualche sforzo sono individuabili, se non altro per dare un minimo di coordinate a chi legge.
Nel disco si possono trovare tracce di oscuro trip-hop (Macabre Dance, Not Dead), strumentali che fanno tornare alla mente gli Area, ma passati attraverso la produzione di Bill Laswell (Clairvoyance e Fetal Claustrophobia), pezzi da colonna sonora notturna urbana non distanti dagli Ulver della svolta elettronica (First), altri più soft, quasi ambient (Dream Made Of Wind condita dal delicatissimo trombone di Petrella), momenti quasi free jazz, come in Latent Prints, con un duetto/duello sax-trombone che sfocia poi in un rock à la Faith No More, passaggi epici, quasi operistici, dove è LEF ad imporsi con tutta la sua potenza vocale (Dream Made of Water in cui si esibisce anche in un"raffinato" growl).
Un disco da assaporare con calma, prodotto ottimamente, con grande spazialità e profondità dei suoni, altro punto forte dell'album, indispensabile per poter assaporare appieno tutte le sfumature del sound e i passaggi stilistici (la RareNoiseRecords è da sempre attenta anche a questi aspetti), che cresce con gli ascolti e che sembra particolarmente adatto per essere ascoltato in auto, di notte, mentre si guida in quartieri solitari, o a casa mentre fuori piove. O quando volete voi, purché - fidatevi del nostro consiglio - lo ascoltiate.

- MrBungle82 in collaborazione con Fantômas

Edited by MrBungle82 - 19/3/2013, 01:41

Finalmente un video di ottima qualità, concerto intero e band in formissima!

Spettacolare la chiusura con Totem (!) e la cover di "Just One More" di George Jones

Sentite un po' cosa dice affettuosamente Mike a 0:25

In questi ultimi tre giorni mi sono riascoltato - rispettivamente, uno al giorno - l'omonimo, Mit Gas e Oddfellows.
Dovessi dare dei voti sarebbero questi:

omonimo: 7,5
Mit Gas: 8
Oddfellows: 6,5

Detto questo, come anche gli altri album, Oddfellows non è di facile acquisizione. Con i Tomahawk si ha sempre la sensazione, anche dopo diversi ascolti, di non aver le idee chiare su ciò che si è ascoltato, non sono per niente lineari, né nella struttura dei singoli brani, né se si cerca di trovare un filo che collega le tracce di un disco, non so se a voi fanno lo stesso effetto... magari è una cosa mia e la riscontro soprattutto nell'omonimo e in Oddfellows (Mit Gas mi è sempre sembrato più compatto).
In ogni caso questo lo considero un vantaggio, perché per me è uno dei motivi per cui sono un gruppo che non stanca.

Sinceramente anch'io mi aspettavo un po' di più dopo tutti questi anni di silenzio, ho la sensazione che alcune cose siano state fatte un po' di fretta (l'album è stato registrato in 4 giorni), però rimane comunque un ottimo disco, poco omogeneo (ma ho già scritto sopra che è una loro caratteristica) ma con pezzi obiettivamente ben suonati..... e non è che in giro ci siano tanti altri gruppi che suonano cose così con tale padronanza tecnica, eh...

I pezzi migliori a mio parere:

Oddfellows: questo è Denisoniano doc, sembrano i Jesus Lizard con una produzione moderna e sonorità un pochino più smussate
White Hats/Black Hats: peccato per la parte cantata tipo emo ( ), però la strofa rompe i culi (inizialmente era il mio pezzo preferito)
South Paw: forse ora la mia preferita, adoro la parte con cantato sussurrato di Mike

Un gradino sotto:
Rise Up Dirty Waters: questa invece è bungleiana doc, poteva tranquillamente stare in California
Waratorium:" una "Stone Letter" (come tipo di pezzo, più "catchy" degli altri se vogliamo) più sostanziosa e interessante.

Le altre senza infamia e senza lode.

A me non dispiace la cover con i disegni di Ivan Brunetti, ma la trovo francamente inadatta rispetto all'immagine e al suono della band.