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Rage against the Machine, ma....Zack De la Rocha??

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Lazarus Gordon
view post Posted on 1/2/2006, 20:34 by: Lazarus Gordon     +1   -1





ma blink.gif
manca un topic su sto cazzo di gruppo?

ma è intollerabile


volevo portare alla luce un articolo preso da qui

http://www.kwmusica.kataweb.it/kwmusica/pp...028&pageIndex=0



Ancora un CD e DVD live, ma stavolta è necessario separarli attentamente dalle "strenne natalizie" che hanno trasformato il mercato discografico in una ressa forsennata. Una rincorsa che rischia di soffocare il valore documentario di Live At The Grand Olympic Auditorium, testimonianza audio e video (il CD è già nei negozi, il DVD arriverà il 5 dicembre) dell'ultimo concerto dei Rage Against The Machine, tenuto nella loro Los Angeles il 13 settembre del 2000.

Pochi giorni dopo, il 19 ottobre, il frontman Zack De La Rocha lasciava il gruppo con queste parole: "E' venuto il momento di lasciare i Rage perché il nostro obiettivo è completamente fallito. Non è più possibile coniugare le aspirazioni individuali con quelle del nostro collettivo e dal mio punto di vista questo ha minato alla base i nostri ideali politici e artistici".

Non si trattò di un fulmine a ciel sereno. I Rage erano reduci da un trionfale tour mondiale a supporto dell'album The Battle Of Los Angeles, durante il quale avevano incendiato le arene di musica, passione e impegno civile, ma non erano mancati i momenti di attrito attorno e dentro la band. Alla fine del tour era stato licenziato il management, accusato di scarsa abilità nella gestione dell'immagine. Ma la vera causa della fine va ricondotta più credibilmente alla vergogna di Zack per lo spettacolo offerto da Tim Commerford agli Mtv Video Music Awards di quell'anno.

Era il 7 settembre, al Radio City Music Hall di New York. Durante la premiazione dei Limp Bizkit, il bassista si arrampicò sulla scenografia visibilmente alticcio, offrendosi al ludibrio dell'odioso Fred Durst e finendo con l'essere arrestato per disturbo della quiete pubblica. Una figuraccia che De La Rocha non digerì mai perché sviliva la credibilità di un combo meticcio amato per l'onestà, la serietà e la determinazione oltre che per la musica.

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Una pagliacciata intollerabile. E Zack non la tollerò, bruciando con il laconico comunicato il futuro della band più odiata dall'establishment americano tra lo scoramento dei fan, per nulla consolati dalla risposta dura e pura dei tre orfani di De La Rocha: "Siamo fieri della nostra storia, siamo orgogliosi di quello che abbiamo realizzato sia politicamente che musicalmente in questi nove anni. E continueremo a percorrere questa strada, a cercare di cambiare concretamente qualche cosa nella società, a dare ai nostri fan una musica di rottura. E la nostra voce continuerà a gridare alta, come il nostro rock". Firmato Tom Morello, Tim Commerford e Brad Wilk. Che con Chris Cornell diedero poi vita agli Audioslave, mentre De La Rocha iniziò a lavorare a un debutto come solista mai avvenuto. Ma quella è un'altra storia. unsure.gif unsure.gif unsure.gif unsure.gif unsure.gif


La fine dei RATM, un vero peccato. In quel fatidico 2000 li avevamo visti in azione due volte: all'allora Palaeur (oggi Palalottomatica) di Roma, dove la Battle of Los Angeles si era trasformata nella Battle Of Rome "courtesy" di Zack e della sua bomboletta spray. E poi a Imola, in uno dei più incendiari concerti a cui si sia mai assistito nelle varie edizioni dell'Heineken Jammin' Festival. Zack De La Rocha, una scheggia impazzita. La band che esegue Kick Out The Jams degli MC5, cavalli di battaglia come Bulls On Parade, Testify, Guerrilla Radio, inni dall'energia primordiale come Bombtrack, la sua versione della springsteeniana The Ghost Of Tom Joad, Enemy, Bullet. E che chiude con Freedom. non ditemi che qualcuno di voi c'era..... Fraz o diavolo magari


Nessuno, in quel giugno del 2000, di fronte a quell'oceano di teste stretto attorno al palco montato nell'autodromo, avrebbe potuto immaginare quanto fosse vicina la morte della band. Live At The Grand Olympic Auditorium, annunciato a più riprese dal giorno dello scioglimento, giunge oggi a ricordare chi erano i RATM, la band che più di altre ha dato un senso alla parola crossover. In senso culturale, sociale e politico oltre che musicale.

Scorrono nella mente i ricordi delle battaglie musicali per la liberazione dell'attivista indiano Leonard Peltier, per un nuovo processo a Mumia Abu Jamal, i concerti per i diritti delle minoranze d'America e contro il fascismo delle multinazionali, le barricate erette assieme ai movimenti più disparati, disperati e affamati di giustizia convenuti a Los Angeles nei giorni della Democratic National Convention 2000. Ma risalta ancora di più l'originalità di un'estetica rock che coniugava stilemi del rap, sintetizzati nel cantato di Zack e nella tecnica "scratch" del chitarrista Tom Morello, con momenti hard core di potenza devastante.
 
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59 replies since 1/2/2006, 20:34   618 views
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