Ok, rispondo, ma giusto per sprecare due righe eh..
Chuck Palahniuk l'ho scoperto prima che diventasse famoso tramite fight club, anche se l'anno era lo stesso dell'uscita del film(che però al botteghino fu un flop). Avevo quattordici anni e stavo al mare con la famiglia, in una libreria vidi un libro e attirato dall'immagine in copertina e dal fatto che aveva la numerazione della pagine al contrario lo comprai. Quel libro era Survivor e io me ne innamorai profondamente. All'inizio mi sembrava noioso ed eccessivamente descrittivo ma poi pian piano mi immersi profondamente e venni rapito da questa scrittura così vivida che mi sembrava qualcosa di totalmente nuovo. Poi avvenne il boom, fight club spopolò e palahniuk divenne famoso. L'ho seguito parecchio ed è uno dei pochi autori di cui ho letto praticamente quasi tutto. Purtroppo però, col passare del tempo, è peggiorato (a mio parere).
Il problema è che si è troppo stabilizzato sulla formula con cui costruisce le sue storie e, andando a cercare cose sempre più estreme, ha snaturalizzato e reso noioso e ripetitivo quello che all'inizio era fresco e nuovo. Dei suoi libri oltre a Survivor, mi è piaciuto moltissimo Invisible Monsters così come la raccolta Stranger than Fiction(La Scimmia pensa, la scimmia fa) una serie di articoli scritti da lui prima che diventasse famoso, in cui si ritrovano parecchi degli spunti che ha utilizzato nei suoi racconti/libri, ma il mio preferito in assoluto rimane Choke(Soffocare).
Ecco diciamo che da Haunted(Cavie) in poi ha iniziato un pò a stufarmi, non so se sia dovuto a me o a lui. Ma penso sia colpa sua
. Cavie aveva alcuni buoni racconti ma in generale era un libro abbastanza scialbo. Con Rant (Rabbia) ho iniziato a leggerlo in inglese, mi ricordo che lo comprai durante il mio viaggio in america mentre ancora non era uscito in italia e mi fece compagnia durante la serie di attese aeroportuali a cui ero obbligato a far fronte. Purtroppo però lo trovai un libro abbastanza noioso. Forse anche per il fatto che ancora non sapevo l'inglese benissimo e la lettura mi risultava difficoltosa. Fatto sta che non lo finì, provai pure a riprenderlo ma niente.
Quando uscì Snuff (Gangbang), andai a vederlo dal vivo ad una conferenza he tenne alla Roundhouse di Camden. La conferenza fu veramente uno spasso. Lancio di bambole gonfiabili firmate per fare a gara a chi le gonfiava più velocemente; Premio: un dvd horror tra i preferiti di Chuck. Lesse un racconto inedito, molto bello, a proposito di un telequiz, e alcuni estratti dal libro. Parlò anche di sé ed interagì spesso col pubblico dimostrandosi una persona molto ironica. Fu una serata divertente, anche perché soprattutto capì finalmente come pronunciare il suo nome, che, per chi se lo stia chiedendo va pronunciato "polonik", per scriverlo proprio letteralmente, e non "palaniuc" come dicono gli italiani o "polanick" come dicono gli inglesi.
Ho due aneddoti da raccontare a proposito di quella sera. Probabilmente tutti e due divertenti anche se, ai miei occhi, uno è tragico ed uno divertente. Inizio con il tragico.
Era appena finita la conferenza ed io ero in fila con la mia bambola gonfiabile semi gonfiata sotto l'ascella sinistra, e il libro appena comprato di Snuff in mano, per farmi firmare da Chuck sia quello che un moleskine che avevo portato. Mentre, guardando in direzione del tavolo, cercavo di valutare una buona tattica di approccio per rimorchiarlo in cambio di una sua prefazione a qualcosa scritto da me, (per chi non lo sapesse Chuck è notoriamente gay, per chi non lo sapesse io, sia notoriamente che meno, non lo sono, però bisogna pur campare e farlo di scrittura richiede sicuramente grossi sacrifici.) mi sento battere sulla spalla sinistra, mi volto e mi innamoro. Così, di botto. Di fronte a me, una ragazza coi capelli neri a caschetto, occhi verdi, lentiggini, magra, molto carina per usare un eufemismo mi chiede se possiamo fare a scambio di bambole, visto che a lei è capitata una donna e a me un uomo. Ora, seppur camminare con una bambola gonfiabile di sesso opposto alle nove di sera è meno imbarazzante che farlo con una del tuo stesso sesso, tra le bambole che ha lanciato gli uomini sono fatti molto meglio delle donne e anche più rari (No, ve lo giuro, non sono omosessuale, sarà stata la concentrazione...), questo è il primo pensiero, però me lo chiede quella che sceglierò sicuramente come mia futura moglie quindi alla fine che m'importa di accontentarla adesso? Mi ritroverò comunque con due bambole gonfiabili. Accetto ed inizio a parlarci. Sorrisi, gioco di sguardi, tutto sembra andare a gonfie vele, tanto che al mio cuore, non abituato a codeste situazioni, per poco non prende un infarto, però faccio di tutto per non farlo notare mentre mi pizzico in ogni modo possibile per vanificare la possibilità che sia tutto frutto dell'ennesimo scherzo di Orfeo.
Poi succede, arriva il cataclisma. Siamo ancora in fila, che fortunatamente per me è lunghissima, quando si avvicina a noi un essere femminile che trasuda talmente stupidità dalla tinta di capelli fino al modello di scarpe che ha comprato, passando per il vivido sguardo che potrebbe avere una mucca con la sindrome di down se qualche scienziato invertebrato avesse deciso di sostituire i suoi bulbi oculari con quelli di un pesce. Lesso per giunta.
Appena interrompe il nostro idilliaco discorso, la odio. E' pure bella. Bionda ossigenata, occhi azzurri, polacca. Spero che ci sia in giro un palestrato abbronzato che correndo se la porti via come un giavellotto. Sarei disposto a convertirmi alla religione della palestra perché avvenisse. Potrei anche prendere due steroidi, toh. Ma niente. La conferma che Dio non esiste, ma che se esistesse è proprio stronzo, mi sta di fronte, sorridendo su come Palahniuk faccia indiefigo e lei ascolta i muse. Vedo sangue, il suo sangue scorrere su mura bianche dopo quelle sedici ore che impiegherei per sfogarmi della violenza subita. l'intrusione di una logorroica di merda nell'atto di corteggiamento tra due persone timide;
Chiedo se è una sua amica. Mi dice che l'ha conosciuta lì. Mi rassicura significa che se la spingo sotto una macchina mentre è girata, questo non avrà effetti secondari indesiderati. Decido di ignorare la polacca, azzerare qualsiasi cosa che dice con monosilabbi e procedere nella conquista della mia futura moglie.
Passa del tempo. Siamo usciti e ci avviamo verso la metropolitana, la polacca ci dice che deve andare nell'altra direzione, ma che, visto che le siamo simpatici, ci vuole accompagnare fino alla metro. Io guardo la mia dolce metà. Occhi bassi, sorrisi dispiaciuti. Bestemmie che invadono la mia mente come un attacco alieno. Piove. Io ho un ombrello, per due. Sembra che riusciamo a liberarcene ma ci cammina davanti, all'indietro. Inizio a convincermi che sia tutto uno scherzo organizzato da alcuni miei amici. Intanto parlo con l'inglese. Studia fotografia, ama gli horror e il cinema, la scrittura, la musica alternativa. Sto per mettermi in ginocchio ma cedo alla tentazione. Cerco di riprendermi e mantenere un certo contegno.
Siamo arrivati alla metropolitana, o adesso o mai più. Le chiedo il numero di telefono. Lei sorride, estrae il cellulare e si pepara a dettarlo. Prima che possa proferire parola la polacca le strappa il cellulare di mano, compone il suo numero e si fa uno squillo. Io rimango con il cellulare in mano inebetito. La mia futura consorte riprende sia il cellulare che la situazione in mano e mi chiede il numero. Impreparato glielo detto in fretta, senza controllare. Appena ha finito la polacca mi detta il suo, faccio finta di annotarlo sbagliandolo apposta. La mia dolce metà prova a farmi uno squillo ma si ricorda che non ha soldi e dice che me lo fa appena farà la ricarica, dico che vabene. Se ne vanno. Sorrido e torno a casa(mentre succede il secondo anedotto di cui qui sotto). Tornato a casa, giusto per sicurezza, ricontrollo il mio numero di telefono. Le ho dettato il numero di telefono sbagliato. Non la vedrò mai più.
Continuo con il divertente.
Dalla metropolitana mi dirigo verso casa. Sotto un braccio ho un libro con questa copertina:
sotto l'altro ho una bambola gonfiabile semigonfiata e reggo un ombrello con la mano. Visto ciò che mi è appena successo mi dimentico di ciò. Mi ricordo però che devo comprare due cose che mi mancano da casa. E' venerdì sera ma ci sono i negozi degli indiani che sono aperti 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Entro in uno di questi e con calma prendo le cose che mi mancano, una confezione di latte, due rotoli di scottex e un pacco grande di fazzoletti. Vado alla cassa, sento ridere dietro di me ma non capisco. Compro le sigarette e pago. Poi mi giro e vado verso l'uscita. Di fronte a me una studentessa di colore, sui quindici anni, con l'uniforme della scuola, gonna e giacca grigia, e camicia e calze verdi con le gote rosse e lo sguardo basso mi ferma e mi chiede se mi può fare una domanda, semi sorridente anche se evidentemente imbarazzata. Dietro di lei un gruppo di sue amiche stanno ridendo alle lacrime, sia per la situazione che perché probabilmente hanno tirato a sorte e è toccato alla loro amica. Io annuisco. Lei indica la bambola e mi chiede"scusa, ma ...quella la usi?" , io guardo la bambola, gli scottex, rido e finalmente mi rendo conto della situazione. Scuotendo la testa e sorridendo le spiego il malinteso, le dico che non è come pensa che quella non è una bambola gonfiabile destinata a quello scopo ma una bambola gonfiabile che serve da mezzo pubblicitario per il lancio di un libro di un autore di cui sono stato appena a vedere una conferenza. Le dimostro tutto ciò facendole notare come la bambola non abbia buchi al posto delle parti genitali ma disegni, e come la bocca non sia proprio esattamente adatta allo scopo.
Lei smette di ridere, deglutisce ed annuisce, terrorizzata. Forse "terrorizzata" non descrive in modo oggettivo la sua espressione, forse "annichilita" rende di più l'idea. Indietreggia e torna nel gruppo di amiche, le quali, vedendo la sua reazione hanno smesso di ridere e si stanno domandando cosa le abbia detto. Esco sorridendo. Ho perso l'occasione di mettermi con la donna della mia vita, ma sono sicuro che quella ragazzina non oserà mai più avvicinarsi ad un libro senza timore. E considerando lo stile di Palahniuk, mi sembra una buona soddisfazione. Per il resto, ho sempre una bambola gonfiabile autografata...alla fine, meglio di niente.
Ecco, per finire, Snuff l'ho letto e non mi è dispiaciuto ma lo considero sempre molto inferiore ai primi e paragonabile ad un buon racconto di cavie, niente più. Pigmy non l'ho letto e forse lo prenderò in futuro, non sono sicuro. Di questo Damned non sapevo niente, sapevo di Tell All, l'ennesima storia su un serial killer(olé per l'originalità), ma sembra che non sia lo stesso. Da quello che dice nel link che hai messo tu, sembra una trama abbastanza interessante. Staremo a vedere, quest'estate avrò sicuramente più tempo per leggere e può benissimo essere che io scelga questa lettura.