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Balletto di Bronzo - Ys

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MrBungle82
view post Posted on 4/8/2005, 11:53 by: MrBungle82     +1   -1
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recensione dal sito non ufficiale del balletto di bronzo:

Recensione a cura di Gianmaria Consiglio



Porcupine Tree + Balletto Di Bronzo live al Centrale del Tennis di Roma (24 luglio 2005)

Cosa avranno mai in comune i Porcupine Tree e il Balletto Di Bronzo?
Praticamente nulla, tranne il fatto di essere classificati con un termine, progressive, che li definisce in maniera molto approssimativa. Per il resto l’accostamento dei due gruppi nella stessa serata evidenzia l’abisso che li separa, considerando anche il fatto che pochi gruppi si possono presentare su un palco dopo il Balletto senza avvertire sbigottimento per l’impatto scenico, sonoro ed emotivo.
Forse per questo il management dei Porcupine Tree ha preteso che il Balletto suonasse solo per mezz’ora ad apertura della serata, non un minuto di più. Il Balletto è un gruppo di troppo spessore, di troppa personalità, con una storia gloriosa alle spalle per poter fare da spalla a chicchessia. Per non parlare delle trovate sceniche.
Stavolta Leone ha sfoggiato un’altra delle sue geniali e diaboliche idee. Sulle note iniziali de La Discesa Nel Cervello si è presentato travestito da vecchio barbuto e panciuto trascinandosi stancamente vicino a un secchio della spazzatura, per poi liberarsi con violenza del suo travestimento e mostrarsi smagliante come sempre, e affermando di essersi camuffato da membro storico come molti “Mastri Geppetti” decrepiti che dopo tanti anni si mostrano al loro pubblico senza avere più la dignità per farlo. È seguita un’esibizione concisa ma efficace, sempre d’impatto, con una formazione nuova di zecca, l’ottava per la precisione, con Dario Esposito alla batteria e Marco Capozi al basso, che hanno mostrato di poter riuscire benissimo a non far rimpiangere i loro eccellenti predecessori Riccardo Spilli e Alessandro Corsi. Nessuno spazio per adulazioni all’udito degli ascoltatori.
Dopo mezz’ora i Porcupine Tree sono usciti dai camerini. La loro esibizione ha scatenato gli entusiasmi dell’affezionatissimo e giovanissimo pubblico romano e ha messo in evidenza i loro pregi e difetti: la cura maniacale dei suoni, la coesione e la padronanza del palco e degli strumenti, ma allo stesso tempo l’assenza di uno stile davvero originale, di una direzione che non trova uno sbocco (il loro repertorio, specialmente negli ultimi due album In Absentia del 2002 e Deadwing di qualche mese fa, oscilla titubante tra il progressive, lo space rock, il pop radiofonico, il grunge e il metal), e soprattutto di un vero vocalist, dato che la flebile voce di Steve Wilson viene spesso soffocata da un muro di suoni e che le linee vocali non sono quasi mai all’altezza delle composizioni. Tra i momenti da ricordare sono sicuramente la trascinante Halo e la semi-suite Arriving Somewhere But Not Here dall’ultimo album ed Hatesong da In Absentia. Lazarus è il segno evidente di una svolta sempre più commerciale della band. Unico sguardo al passato: Fadeaway dall’album Up The Downstair del 1993.

Gianmaria Consiglio


Sono in gran parte d'accordo
 
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11 replies since 2/6/2005, 12:49   310 views
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