Cattivo come adesso...Mike Patton's forum

Delìrium Còrdia, raccolta recensioni

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Demon Cleaner
view post Posted on 13/9/2004, 18:13 by: Demon Cleaner     +1   -1
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Ain't Fate, Just Me

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Inascoltabile, deleterio, imperdibile
di
Alex Franquelli


Un solo, grande eccesso lungo 74 minuti, una sintesi della paura e dei suoi risvolti mistici come una chiara visione sonora dell’ansia e dell’oppressione.

É questa, in sintesi, l’impressione che ho lasciato che la mia mente delineasse all’ennesimo ascolto di quello che non definirei un album ma un’esperienza.

Quando un sentimento trova la sua fase empirica in una successione di note di solito chi lo ha composto ha centrato l’obiettivo: ha tramortito l’ascoltatore conducendolo in atmosfere all’apparenza lontane dalle sue aspettative quotidiane e lo ha introdotto all’interno di una visione che non credeva di poter ospitare nel grembo del suo vivere superficiale.



Delirium Cordia é una lunga, estenuante, atroce (e perciò molto ben riuscita) evoluzione del rumore in un limbo claustrofobico e cinicamente ripetitivo di cacofonie strutturali.

Free jazz muscolare, quartetti d’archi, pianoforti solitari e malinconici: idiosincrasie sonore assolutamente inascoltabili se non con una disposizione forzata della volontà e del suo inconscio nei confronti di una discesa nella non-musica e nella sua dimensione ancora così poco esplorata e conosciuta.

Non c’é una struttura canzone e non ci sono più schemi in questo territorio di nessuno - il suono é alla mercé del sentimento e, dunque, diviene pura astrazione o pornografia, arte o semplice nudità, rumore o caos sensoriale.



Ascoltando il CD viene da chiedersi se giornalmente la musica non sia una forzatura del rumore, se lo schema preimpostato delle note, delle battute e delle loro necessità altro non sia se non un modo per velare il rumore che, immagino, scorrerebbe copioso se dovessimo dare libero sfogo alle sensazioni, siano esse, banalizzando, di gioia come di dolore.

Dave Lombardo é perso nei meandri di un suono dilatato e a tratti evanescente, Buzz Osborne appare come una figura sfumata tra le righe fumose di un basso, quello di Trevor Dunn, a tratti onirico e sfuggente. Neanche a dirlo é la genialità di Mike Patton a farla da padrone elargendo dosi copiose di reminiscenze di Pranzo Oltranzista in un sottofondo (neanche troppo velato) di Einsturzende Neubaten ed avanguardia.



Se Mike Patton e soci volevano liberarsi della forma, della comune sostanza, delle necessità, degli schemi, della melodia e di ogni aspettativa allora questo é un gran bel disco, un esperimento pienamente riuscito di una nuova frontiera della sperimentazione.

Chi cercasse altro non potrebbe che rimanere deluso o quantomeno dubbioso dinanzi alla riprova del fatto che, seppure si tratti di un “bene” a cui é difficile rinunciare, la melodia ha detto quello che doveva dire e l’ha espresso in ogni modo umanamente possibile. La nuova strada é forse quella del rumore-sensazione così come sembra dire questo CD dei Fantomas ?

É un episodio isolato o un desiderio intimo che serpeggia tranquillo tra chi fa della musica un mezzo e non un fine ?

Per ora la domanda é nei 74 minuti di questa interminabile traccia. Da vivere.


http://www.musicboom.it/mostra_recensioni....=20040130162559
 
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18 replies since 13/9/2004, 18:07   859 views
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