Cattivo come adesso...Mike Patton's forum

Delìrium Còrdia, raccolta recensioni

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view post Posted on 13/9/2004, 18:07     +1   -1
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Ain't Fate, Just Me

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Dovendo selezionare il genere di questo disco, mi sono trovato in clamorosa difficoltà: come inquadrare questo terzo lavoro del progetto più assurdo del buon Mike Patton? E' semplicemente impossibile, e il mio rifugiarmi nel più banale "experimental" non è altro che un voler mascherare l'inafferrabilità di questo Delìrium Còrdia.

L'album si apre con il suono della puntina del giradischi che rumorosamente va a toccare il disco, da cui partono le prime misteriose e apocalittiche note. E' un film questa lunga traccia di 55 minuti, che attraversa varie fasi sognanti e illusorie, nascondendo in buona parte i pur ottimi musicisti che accompagnano l'ex Faith No More in questa sua personalissima opera d'arte, perché di opera d'arte stiamo parlando. Dave Lombardo, Trevor Dunn e Buzz Osborne non sono che operai a mezzo servizio della mente folle e geniale di Patton, che produce e compone tutta questa lunga digressione nel suo personalissimo mondo.

Ricordi e nuove considerazioni sembrano fondersi in un unico flusso misterioso, il cui percorso e tantomeno epilogo sembrano sempre lontanissimi dall'essere percepiti. Non è per niente facile descrivere un disco simile, così interiore e così marcatamente fuori dai canoni. Nei primi venti minuti sembra davvero di essere intrappolati in un film di Lynch o di Cronenberg, e il senso di claustrofobia che ne deriva sarà certamente un sintomo comune ad ogni ascoltatore che vorrà intraprendere questo percorso notturno. Dopo il ritorno al sound di king for a day dell'ultimo splendido album dei Tomahawk, Mike ci consegna un altro episodio irrinunciabile della sua ricchissima carriera, per cui, se amate questo personaggio così eclettico e trasformista, non potete non correre dal vostro negoziante di fiducia e acquistare una copia di Delìrium Còrdia, che, tra le altre virtù, ha un artwork davvero ben curato. Dallo stesso Patton.
Senza voto.


da http://www.debaser.it/results.asp?artista=...&submit=DeGO%21

 
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view post Posted on 13/9/2004, 18:13     +1   -1
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Inascoltabile, deleterio, imperdibile
di
Alex Franquelli


Un solo, grande eccesso lungo 74 minuti, una sintesi della paura e dei suoi risvolti mistici come una chiara visione sonora dell’ansia e dell’oppressione.

É questa, in sintesi, l’impressione che ho lasciato che la mia mente delineasse all’ennesimo ascolto di quello che non definirei un album ma un’esperienza.

Quando un sentimento trova la sua fase empirica in una successione di note di solito chi lo ha composto ha centrato l’obiettivo: ha tramortito l’ascoltatore conducendolo in atmosfere all’apparenza lontane dalle sue aspettative quotidiane e lo ha introdotto all’interno di una visione che non credeva di poter ospitare nel grembo del suo vivere superficiale.



Delirium Cordia é una lunga, estenuante, atroce (e perciò molto ben riuscita) evoluzione del rumore in un limbo claustrofobico e cinicamente ripetitivo di cacofonie strutturali.

Free jazz muscolare, quartetti d’archi, pianoforti solitari e malinconici: idiosincrasie sonore assolutamente inascoltabili se non con una disposizione forzata della volontà e del suo inconscio nei confronti di una discesa nella non-musica e nella sua dimensione ancora così poco esplorata e conosciuta.

Non c’é una struttura canzone e non ci sono più schemi in questo territorio di nessuno - il suono é alla mercé del sentimento e, dunque, diviene pura astrazione o pornografia, arte o semplice nudità, rumore o caos sensoriale.



Ascoltando il CD viene da chiedersi se giornalmente la musica non sia una forzatura del rumore, se lo schema preimpostato delle note, delle battute e delle loro necessità altro non sia se non un modo per velare il rumore che, immagino, scorrerebbe copioso se dovessimo dare libero sfogo alle sensazioni, siano esse, banalizzando, di gioia come di dolore.

Dave Lombardo é perso nei meandri di un suono dilatato e a tratti evanescente, Buzz Osborne appare come una figura sfumata tra le righe fumose di un basso, quello di Trevor Dunn, a tratti onirico e sfuggente. Neanche a dirlo é la genialità di Mike Patton a farla da padrone elargendo dosi copiose di reminiscenze di Pranzo Oltranzista in un sottofondo (neanche troppo velato) di Einsturzende Neubaten ed avanguardia.



Se Mike Patton e soci volevano liberarsi della forma, della comune sostanza, delle necessità, degli schemi, della melodia e di ogni aspettativa allora questo é un gran bel disco, un esperimento pienamente riuscito di una nuova frontiera della sperimentazione.

Chi cercasse altro non potrebbe che rimanere deluso o quantomeno dubbioso dinanzi alla riprova del fatto che, seppure si tratti di un “bene” a cui é difficile rinunciare, la melodia ha detto quello che doveva dire e l’ha espresso in ogni modo umanamente possibile. La nuova strada é forse quella del rumore-sensazione così come sembra dire questo CD dei Fantomas ?

É un episodio isolato o un desiderio intimo che serpeggia tranquillo tra chi fa della musica un mezzo e non un fine ?

Per ora la domanda é nei 74 minuti di questa interminabile traccia. Da vivere.


http://www.musicboom.it/mostra_recensioni....=20040130162559
 
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view post Posted on 13/9/2004, 20:01     +1   -1
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Che rapporto c'è tra la musica e l'ascoltatore? Come si definisce l'interazione tra la creazione e il fruitore? La musica esiste a prescindere dal soggetto che ascolta? Sì, certo, la musica necessita di un'atmosfera che propaghi le onde sonore e di un essere senziente che traduca tali informazioni in sensazione, quindi in tal senso l'oggetto musica non esiste e non può che definirsi nell'implosione nel soggetto-ascoltatore, ma partendo da un livello diverso, più estetico-emotivo che filosofico, la musica ci prescinde? Esiste e si caratterizza come oggetto indipendente? Se pensiamo all'"Inno alla gioia" di Beethoven o a "Stairway To Heaven" viene da pensare di sì, che siano lì, immote, fenomeni dati a priori con i quali ci interfacciamo, ma che non "sono" una nostra sensazione. Diremmo lo stesso di "Delirium Cordia"?

La centralità del soggetto, non in senso commerciale ovviamente, è rivoluzione recente. Negli anni Venti la nascita della fisica quantistica ha posto il soggetto, semplice spettatore nell'ottica newtoniana, come essenziale nella determinazione della fenomenologia, più o meno negli stessi anni nelle arti figurative (penso banalmente a Kandinsky, ma non sono un esperto) e forse anche nella letteratura si è frantumata la centralità del significato e del contenuto, la forma in sé è diventata contenuto e in sé perfetta, limpida, incontaminata, autogiustificata perché pura sensazione e in quanto tale inscindibile dal soggetto. E in musica? Bisognerebbe intendersene e in tal senso aspetto contributi, certo che tra Mahler e Stockausen corrono pochi decenni, ma sembrano millenni.

Da qualche parte, non saprei dove, si è passati dal contenuto/composizione alla forma/suono, passando da un pensiero forte, epico, totalizzante della musica a un pensiero debole, evanescente, relativo. Tutto ciò, se da una parte ha aperto prospettive audaci, di straordinaria antropologia musicale, con pagine di straordinaria profondità (profondità, ovviamente, che è dell'ascolto e dell'ascoltatore, non della musica in sé), dall'altra una concezione debole della musica ha aperto un serraglio da cui non potevano che uscire compositori deboli.

Forse nella storia non è mai stato così facile fare musica. Inoltre, lo svincolare l'arte dall'oggetto ha aperto le porte sia alla più completa aleatorietà critica sia a un giustificazionismo senza precedenti per cui l'opera musicale in buona sostanza può giustificare da sé la propria esistenza solo per il fatto che è sensazione. A una critica con un atavico complesso d'inferiorità come quella rock questo ha permesso di potersi sviluppare, ricercando faticosamente un proprio linguaggio e una propria peculiarità, nella più completa anarchia logica ed estetica. In altri termini, si è passati dalla centralità della struttura musicale alla centralità della sensazione, in quanto tale inconoscibile e insondabile, ma proprio per questo paradossalmente più condivisa e dialetticamente libera. Non potendo dire nulla si è finito per dire di tutto, e questo spiega il successo, altrimenti inspiegabile, di certe opere.

Però è anche una questione di prospettiva. Personalmente sono tenacemente legato al pensiero forte ma sto giungendo alla conclusione che un'opera va giudicata nella prospettiva in cui è stata creata. Per cui, chiedersi se Mike Patton sia un genio o un bluff ha risposte multiple in relazione alla visuale che vogliamo accettare.

"Delirium Cordia" è un disco così, fuori dal contesto della musica come "sensazione sonora", quindi legata imprescindibilmente all'ascoltatore, è un disco di una debolezza disarmante, all'interno di tale perimetro si erge come un disco incredibile. Un unico, lugubre, inquietante brano di oltre 70 minuti frutto dell'unione seriale di parti distinte e ben delineate. Una specie di "Tubular Bells" degli inferi. Un flusso sonoro visionario, oscuro, straordinariamente psichedelico, fatto di accenni di canto, voci, fields recordings, accordi pianistici, cori liturgici, tastiere ambientali, passaggi doom subito troncati, sprazzi, invero contenuti, rumoristici, accordi isolati, ipotesi melodiche. Un disco che non va ascoltato e, mi si scuserà, ancor meno descritto, ma va vissuto.

In tale contesto, e solo in tale contesto, non si mancherà di rimanere rapiti dal suo straordinario equilibrio, dalle sue notevolissime risonanze emotive, dal suo farsi oscurità in senso pienamente esistenziale, profondo, tragico. Ecco, una quieta tragedia sottende "Delirium Cordia", opera astratta eppure di pressante fisicità. Il metodo di lavoro è clamorosamente zorniano, ma in Zorn, artista geniale che però spesso soffoca se stesso specchiandosi in una eccentricità che è metodo, quindi accademia, non si rileva lo stesso feeling, la stessa straordinaria capacità di crearsi come universo acustico di dirompente forza drammaturgica e letteraria.

"Delirium Cordia" è uno di quei dischi in cui è limitativo affermare che suscitano sensazioni, è una di quelle opere che "sono" sensazione e solo in essa trovano valore. Gli elementi sono in sé chiari: Zorn, l'ambient dissonante di autori sconosciutissimi come gli Organum, estranianti digressioni para-metalliche, limitati passaggi noise, cori mistici ecc.

Quello che è stupefacente è la totalizzazione emotiva che emerge olisticamente dall'unione delle singole parti. Quello che è stupefacente è l'imponente scenario che si estende dall'inizio, con la puntina di un giradischi che si appoggia sul disco, alla fine con la stessa puntina che, bloccata, gira senza rientrare per 15 e più minuti. Un giradischi. Che vogliano dirci di ascoltare "Delirium Cordia" come un classico, con l'attenzione e l'amore che una volta, all'epoca dei giradischi appunto, si riservava alla musica?





Recensione di Michele Chiusi

9/10

http://www.ondarock.it/recensioni/2004/fantomas.html
 
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gozzo
view post Posted on 22/11/2004, 22:51     +1   -1




Fantômas
Delirium Cordia

Autore: Fabio Rezzola


Tornare e stupire, una volta ancora.
Sembrava quasi impossibile dopo due indescrivibili album, eppure la premiata ditta Fantomas è riuscita ancora a lasciarci senza parole. Non erano bastati loro i folli e disturbanti deliri dell'omonimo debut, né le disarmoniche e cinematografiche melodie del pluriacclamato "The Director's Cut": ecco allora che Mike, Buzz, Dave e Trevor son riusciti in questo tempo a fare quel che sembrava impossibile, ad attuare una sintesi perfetta dei due album dando vita a qualcosa di ancor più folle e indescrivibile. Qui, in "Delirium Cordia", melodie, sperimentazioni e rumore si fondono alla perfezione regalandoci una traccia unica di un'ora e 14 minuti.
Una traccia che è una colonna sonora vera e propria: sì, i Fantomas si sono letteralmente superati e "Delirium Cordia" è il loro personalissimo "film in musica", la loro variazione sul tema della follia più frenetica.
Un concept - "SVRGICAL SOVND SPECIMENS FROM THE MVSEVM OF SKIN" - che colpisce duro sotto ogni aspetto, sia con le diverse musiche unite come i vari pezzi che diedero vita alla creatura di Frankenstein, che con le raccapriccianti immagini del booklet contenenti dettagli di operazioni chirurgiche: sembra proprio che Patton e soci si divertano nel ruolo dei medici psicopatici, sottoponendo il loro sfortunato paziente a un'interminabile serie di operazioni/tortura dopo le quali ben difficilmente rimarrà lo stesso. Quel malcapitato paziente è la musica, e l'ascoltatore è qui coinvolto nel ruolo di sadico voyeur il quale non ha che due alternative: o rimanere a contemplare con piacere e raccapriccio questa sublime, violenta opera di dismembramento, o fuggire disperato verso lidi più tranquilli, sperando di non incontrare mai più questi assassini lungo la propria strada.
Sull'album in sé non dirò altro, non solo per la difficoltà a trovare parole abbastanza delucidanti: alla luce della portata visionaria ed emotiva di quest'opera mi sembrerebbe di raccontarvi trama e finale di un ottimo film horror, rovinandovi solo lo spettacolo. Consentitemi solo di dirvi che la band è in stato di grazia, "Delirium Cordia" per ricchezza di suoni, campionamenti, repentini cambiamenti e variazioni sul tema è sicuramente il miglior album realizzato da questi folli musicisti, che piantano un'altra pietra miliare nell'ambito della musica estrema: l'emotività dell'ambient più tetra, l'inquietudine e gli shock che solo l'industrial migliore è in grado di darci, l'adrenalina e il disgusto delle peggiori varianti di grindcore e crust, è tutto qui dentro, in questi 55 minuti più 20 di bonus... col suono di un vinile che gira senza più suonare.
Un autentico elogio della follia in musica, difficile, impossibile da capire a fondo, razionale e irrazionale al tempo stesso. Detto questo non resta altro se non il dover scegliere se affrontare con coraggio un "Delirium Cordia" che è sì un capolavoro assoluto ma pretende molta apertura dall'orecchio e dalla mente dell'ascoltatore: personalmente mi sento di consigliare questa release ai soli appassionati di musica estrema o sperimentale, in quanto le sue melodie distorte e le diverse e frequenti aggressioni sonore difficilmente risulteranno comprensibili e gradite a chi ascolta tutt'altro genere.
Se invece decidete in ogni caso di affrontare questo salto nel buio, non dite che non vi avevamo avvisati.
 
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view post Posted on 16/6/2005, 08:25     +1   -1
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........mi sta cadendo un mito.......
.....ho ascoltato Grand Guignol dei Naked City.....
 
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view post Posted on 16/6/2005, 09:24     +1   -1




CITAZIONE (Fantômas @ 16/6/2005, 09:25)
........mi sta cadendo un mito.......
.....ho ascoltato Grand Guignol dei Naked City.....


... e quindi?

No davvero, non ti seguo.
 
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view post Posted on 16/6/2005, 10:53     +1   -1
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l'idea di fondo, l'impostazione è la stessa!
poi Delirium è un'altra cosa, ma l'atmosfera è quella!
 
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view post Posted on 16/6/2005, 16:28     +1   -1
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Ora Fantomas ti tocca fare il sito sui Naked City
 
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view post Posted on 16/6/2005, 17:30     +1   -1
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NO, NO, NO!!!!!!
DELIRIUM E' DELIRIUM!!!!!!
NON CI SONO CAZZI!!!!
 
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view post Posted on 17/6/2005, 08:37     +1   -1




CITAZIONE (Fantômas @ 16/6/2005, 11:53)
l'idea di fondo, l'impostazione è la stessa!
poi Delirium è un'altra cosa, ma l'atmosfera è quella!


Ah, ok... te l'ho chiesto perchè temevo che ti avessero deluso i Naked.

Io insisto, nei Fantomas non ci vedo tutto stò genio di cui parlate, li seguo me li compro cazzi e mazzi e ci mancherebbe altro, non è che son brutti... però non reggono il paragone con il Bungle manco a sette milioni di chilometri di distanza.

Disco Volante si incula tutti i primi 10 dischi dei Fantomas, anche i 6 che devono ancora uscire
 
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view post Posted on 17/6/2005, 08:55     +1   -1




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Non c'è un cazzo da fare, questo è l'uomo che meglio ha saputo armonicizzare le mike follie.

E Mike da solo vale la metà secca secca.

Vi prego, fate la pace
 
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view post Posted on 17/6/2005, 14:38     +1   -1
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CITAZIONE (White Russian @ 17/6/2005, 09:37)
CITAZIONE (Fantômas @ 16/6/2005, 11:53)
l'idea di fondo, l'impostazione è la stessa!
poi Delirium è un'altra cosa, ma l'atmosfera è quella!


Ah, ok... te l'ho chiesto perchè temevo che ti avessero deluso i Naked.

Io insisto, nei Fantomas non ci vedo tutto stò genio di cui parlate, li seguo me li compro cazzi e mazzi e ci mancherebbe altro, non è che son brutti... però non reggono il paragone con il Bungle manco a sette milioni di chilometri di distanza.

Disco Volante si incula tutti i primi 10 dischi dei Fantomas, anche i 6 che devono ancora uscire



I commenti di Pier Porra Paolo sono fantastici.







Cmq anche io condivido il fatto che i MR Bungle siano migliori IMHo ai fantòmas. Non centro mille milioni di volte. Però preferisco i MR B.


Adesso vado anche a dirlo nel topic apposito. Cmq la creatività dei fantòmas stà nel fatto che ogni album segue più o meno al propria direttiva, senza rispettare per forza i canoni standard.
 
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view post Posted on 17/6/2005, 15:14     +1   -1
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CITAZIONE (White Russian @ 17/6/2005, 09:37)
CITAZIONE (Fantômas @ 16/6/2005, 11:53)
l'idea di fondo, l'impostazione è la stessa!
poi Delirium è un'altra cosa, ma l'atmosfera è quella!


Ah, ok... te l'ho chiesto perchè temevo che ti avessero deluso i Naked.

Io insisto, nei Fantomas non ci vedo tutto stò genio di cui parlate, li seguo me li compro cazzi e mazzi e ci mancherebbe altro, non è che son brutti... però non reggono il paragone con il Bungle manco a sette milioni di chilometri di distanza.

Disco Volante si incula tutti i primi 10 dischi dei Fantomas, anche i 6 che devono ancora uscire

Non stiamo un pochino esagerando? Anch'io ho votato i Bungle nel sondaggio, ed inoltre considero "Mr. Bungle" uno dei migliori album in assoluto degli anni 90. Ma i Fantomas non è che sono proprio così inferiori eh, amenaza è un album con i CONTROCOGLIONI, perfetto, pochi cazzi. Poi "Mr. Bungle" e "Disco Volante" probabilmente sono migliori perché più freschi, più innovativi, ma amenaza non sta tanti gradini più in giù.

IMHO

Edited by MrBungle82 - 17/6/2005, 16:14
 
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White Russian
view post Posted on 20/6/2005, 07:52     +1   -1




Si che stiamo Esagerando, ma mi piace sparare a zero

Dire "preferisco i Bungle" è troppo da fan degli Interpol, dire "I Bungle si inculano i fantomas facendo le capriole" è molto più Bungle, molto più Bungle.
 
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Diavolo Grigio
view post Posted on 20/6/2005, 11:40     +1   -1




CITAZIONE (White Russian @ 17/6/2005, 09:55)
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beh, alla fine della fiera in questa foto trey assomiglia TROPPO al mio batterista, al secolo Bomba, che spara con la carabina a piccioni che non ci sono dopo essersi fatto un paio di bajani...


ah, bomba ha i piedi piatti.
 
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18 replies since 13/9/2004, 18:07   858 views
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