LuçaS. |
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| Beh, è vero un po' tutto quel che avete detto finora. Personalmente io non sono coinvolto in nessuna coverband, anche se con la mia di band qualche cover la faccio; comunque per politica della band abbiamo preferito tenere comunque un margine di repertorio ridotto e con poche covers piuttosto che puntare ad averne di repertorio.
Per il resto le solite coverbands mi fanno cascare i maroni, non oso citare i soliti nomi arcinoti. Va detto che tutti nella nostra vita passiamo per certe fasi e poi c'è anche chi a quella roba piace. A me no di sicuro. Ma piuttosto che dolermi per le scelte della maggioranza delle persone che decidono di dedicarsi in pianta stabile alle covers (per un milione di motivi, ovviamente validi per chi decide), mi lamento della mancanza di spazi, cultura e scarsa inclinazione degli ascoltatori ad ascoltare dell'altro. E' pur vero che questa cultura andrebbe un po' coltivata e spesso ci son buone iniziative ma mi pare che siano tutte iniziative che partono sempre dai musicisti, ci vorrebbe più interesse anche dagli altri attori coinvolti nel mondo della discografia, i quali è arcinoto che hanno un interesse ben preciso nell'uniformare le masse e non puntare sull'originalità poichè di questi tempi diminuisce il loro fattore di rischio in favore di guadagni abbastanza sicuri. Strategie commerciali.
Vabè, la differenza la fanno comunque sempre gli artisti, come ci insegna la storia. A me personalmente fa schifo un po' tutto. Salvo solo un genere di cover bands: quelle che propongono materiale di un certo spessore poichè è difficile talvolta assistere a concerti che ne so... di frank zappa ad esempio...
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