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Serj Tankian, solo album

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MrBungle82
view post Posted on 21/10/2007, 13:18 by: MrBungle82     +1   -1
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Se avete voglia di leggere, questa è la mia recensione.

SERJ TANKIAN - Elect The Dead



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Anno di pubblicazione: 2007


Etichetta: Serjical Strike/Reprise



1. Empty Walls
2. The Unthinking Majority
3. Money
4. Feed Us
5. Saving Us
6. Sky Is Over
7. Baby
8. Honking Antelope
9. Lie Lie Lie
10. Praise The Lord And Pass The Ammunition
11. Beethoven's Cunt
12. Elect The Dead




Ognuno ha le proprie simpatie. All'interno di una squadra di calciatori, di una band, del cast di un film, ognuno può avere una certa simpatia per uno e non per un altro.
Bene, all'interno dei System Of A Down ho sempre avuto una certa simpatia per Serj e sono uno di quelli che ha mal visto il troppo spazio che il meno simpatico Daron si è preso nel campo delle vocals, zona che per molti sarebbe dovuta essere monopolio (o quasi) di Serj.
Anche per questo motivo la curiosità per il primo lavoro del cantante di origine armene era forte. Chissà come si comporterà libero dalle invasioni di Daron, chissà come se la caverà con le redini della composizione strette interamente tra le sue mani... questi erano gli interrogativi che molti si ponevano, amanti dei SOAD e non.
Uscito con una discreta pubblicità (almeno sul web) questo Elect The Dead vede appunto il signor Tankjan creatore di tutte le composizioni, eseguite con l'apporto di musicisti di tutto rispetto come i batteristi John Dolmayan (System Of A Down) e "Brain" Mantia (ex Primus, Guns 'n' Roses), i chitarristi Dan Monti (anche al basso) e Larry LaLonde (Primus), la cantante operistica Ani Maldjian e alcuni suonatori di archi, tra cui il giovanissimo (classe 1991) Antonio Pontarelli.
Appare chiaro come le premesse per un buon lavoro ci fossero tutte.
Purtroppo mi duole avvertire che chi si aspettava un lavoro molto diverso da quanto già sentito in casa SOAD, si deve ricredere. "Elect The Dead" appare come un lavoro poco coraggioso, come se Serj avesse avuto paura di allontanarsi troppo da una formula che gli ha dato immense soddisfazioni e successo con la sua band madre.
Empty Walls, uno dei due singoli che hanno anticipato l'album insieme a "The Unthinking Majority", è uno dei migliori pezzi, seppur sia uno di quelli che meno si discostano dallo stile dei SOAD. Le interpretazioni sul tema in giro per il web sono diverse, alcune vi vedono un'interpretazione più personale:

"Those empty walls,
When we decline,
From the confines of our mind,
Don't waste your time,
On coffins today..."

in queste frasi si potrebbe cogliere un invito ad aprire gli occhi ed andare oltre i muri limitatori che la società vuole imporci su determinate questioni. Altri vi vedono un riferimento al genocidio armeno operato dai turchi e al tentativo di quest'ultimi di eliminare tale pagina nera dalla storia. Altri ancora interpretano le parole di Serj come un'accusa diretta all'amministrazione Bush e alla scelta di imporre ai media di non far vedere le bare (coffins) dei soldati americani deceduti in Iraq.
Qualunque sia il tema giusto (sempre che ce ne sia uno soltanto), il modo in cui canta Serj è eccezionale nell'interpretazione, come già aveva abituato gli ascoltatori che lo seguivano in altri lidi, alternando momenti rabbiosi a momenti di sofferenza. Voci e controvoci sono tutte sue, stavolta non ci sono gli urletti a volte un pò odiosi di Daron. Siamo in chiarissima scia SOAD, poca originalità dunque, ma il pezzo tuttavia convince nella sua "emotività" e l'ascoltatore può proseguire negli ascolti senza lamentarsi.
The Unthinking Majority lo conosciamo tutti, è il primo singolo accompagnato dal bellissimo video in stop-motion. Questo è ancora più soadiano dei precedenti, sia nella musica che nei testi (il "solito" attacco al sistema, alla società post-industriale, alla società del petrolio). Sin dal primo ascolto si ha subito la sensazione di già sentito. Convince meno del pezzo precedente, ma il motivetto "popolaresco" introdotto dal piano di Serj e poi sviluppato sul doppio binario voce-chitarra orientaleggiante, non può non far muovere la testa come la lancetta di un orologio che va avanti e indietro accompagnando il ritmo:

"Anti-depressants
Controlling tools of your system
Making life more tolerable
Making life more tolerable
Anti-depressants
Controlling tools of your system
Making life more tolerable
Making life more tolerable
Anti-depressants
Controlling tools of your system
Making life more tolerable
Making life more tolerable"



Money scivola via senza troppe pretese, un pezzo pop solo inframmezzato dal solito chorus rabbioso, una qualsiasi B-side dei SOAD le sarebbe superiore.
Feed Us si discosta finalmente (anche se non troppo) dai riferimenti al passato, il verso si lascia ascoltare, nel suo fraseggio acustico di chitarra e nell'inserimento delicato degli strumenti ad arco, il refrain invece appare un pò forzato nella ricerca della "melodicità".
Saving Us è introdotto da un arpeggio di chitarra classica su cui si innesta un Serj davvero ispirato, con un cantato particolare, misto tra disperazione e forte sentimento. Dopo il primo refrain, si inserisce anche la cantante lirica Ani Maldjian. Bel pezzo, che però soffre anch'esso di "ritornellite" acuta, perché insistere nella ricerca così ostinata del ritornello ad effetto, e ripeterlo tra l'altro all'infinito?
Sky Is Over si presenta con Serj al piano e al canto, accompagnato anche qui dalla splendida voce di Ani. Anche qui il refrain non tarda ad innestarsi prepotentemente nel brano, ma qui appare più legato al verso.
Baby presenta gli stessi ingredienti: piano, strumenti acustici, Serj, Ani e ritornello ad effetto. Il tema qui sembra essere l'amore (perduto):

"Leave me alone
Now why can't you see that you always
perturb me so
Nearing the end of the world, just leave me
alone,
Leave me alone
Why can't you see that you always perturb me
so
Nearing the end of the world, leave me alone,
Leave me alone.

baby oh baby
Baby my baby
Baby ooh babe
I miss you"


Anche Honking Antelope presenta un Serj diverso, che incuriosisce l'ascoltatore quando cerca di districarsi con soluzioni vocali nuove tra le note del suo piano, inutile che vi dica qual'è la parte della canzone che invece non ha nulla di nuovo.
Nell'introduzione di Praise The Lord And Pass The Ammunition finalmente ci si accorge della presenza di ospiti che hanno militato (Mantia) o militano (LaLonde) nei Primus. Al di là del risultato, è questo ciò che mi aspettavo da Serj un album a suo modo sperimentale, distaccato dalla ricerca di "effetto" e orecchiabilità che invece contraddistingue tutti gli altri pezzi. Da questo punto di vista è sicuramente il miglior pezzo dell'album, primusiano fino al midollo ma con particolarità tipiche del modo di cantare di Serj. E' solo tra i 4 minuti di questo brano che il Nostro trova il coraggio di abbandonare la struttura canonica dei pezzi rock. Bellissima anche la seconda metà del pezzo dove affascinanti soluzioni pianistiche si insinuano nel tessuto ritmico primusiano.
Beethoven's Cunt sembra meno scontato di altri pezzi e tutto sommato si lascia ascoltare senza avere la costante sensazione di già sentito.
Dopo che il piano ha fatto capolino in quasi tutti i pezzi, la chiusura con una ballad tutta pianistica era scontata: Elect The Dead chiude così un album con più ombre (del passato) che luci, caratterizzato da un Tankian poco intraprendente, che si lascia andare raramente. Resta da capire quale siano le ragioni di questa scelta: scarsa fantasia compositiva? paura di allontanarsi da una formula già collaudata (e quindi anteporre il successo alla voglia di sperimentare)? Entrambi le prospettive non sono rassicuranti per gli estimatori del cantante armeno-americano, ma tuttavia la prima - preso atto dei suoi limiti - sarebbe perlomeno più onesta.

6/10




Link utili:

Myspace

Lyrics

Video di "Unthinking Majority"

Video di "Empty Walls"

Edited by MrBungle82 - 24/10/2007, 20:41
 
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